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Nonostante l'aspetto antico e la forte suggestione che esercita in tal senso al primo impatto sul visitatore, Alicudi, è una delle isole geologicamente più recenti. Alcuni studiosi hanno attribuito, infatti, all'isola un'età inferiore ai 90.000 anni, con vari stadi evolutivi nella sua formazione. L'ultimo dei quali dovrebbe essere venuto "soltanto" 28.000 anni fa. Alicudi è oggi scarsamente popolata (i residenti non raggiungono il centinaio) e manca di una rete  viaria carrozzabile; alla fine dell' Ottocento invece la comunità era più numerosa; il suo versante orientale si presenta quasi interamente con terrazzamenti, segno di un passato affidato all'agricoltura.Il versante occidentale, dell'isola, aspro e selvaggio, è invece rima­sto disabitato, ed è impraticabile a causa delle forti pendenze che lo caratterizzano. Oltre ad essere una delle isole più interessanti dal punto di vista natu­ralistico, Alicudi resta una delle isole meno esplorate dell'arcipe­lago. Notevole la presenza del falco della regina, con alcune cop­pie nidificanti, localizzate presso le falesie della costa occidenta­le. Anche la fauna invertebrata registra delle particolari emergenze come la presenza del coleottero (Carabide Percus lacertosus Dejean), legato all'esistenza di grandi boschi, scomparsi sull'isola dopo il XVII secolo. Nonostante il declino delle attività agricole, alcuni abitanti coltivano ancora i pianori sommitali dell'isola e continuano ad allevarvi bestiame; per queste ragioni la mulattiera è ben mantenuta ed accessibile. Tra le specie degli ambienti boschivi e montani presenti sono la ranunculacea (Ranunculus lanuginosus L.) e l'asteracea (Cirsium volgare Si); di un certo rilievo anche la presenza del ranuncolo rupestre (Ranunculus rupestris Guss), tipica delle pareti rocciose ombreg­giate e dei muri a secco. Ha un areale limitato all'Algeria, alla parte settentrionale della Sicilia e agli arcipelaghi delle Egadi e delle Eolie.

Alicudi, l’antica Ericusa, nome dovuto alle boscaglie di eriche di cui è ammantata buona parte dell’isola. L’isola è costituita da un vulcano a strato complesso. Nella parte sud – occidentale esso è coperto da alcuni vulcanelli con cupole di ristagno. Ad Alicudi non si manifestano fenomeni endogeni né si riscontrano tracce di attività recente. Alicudi ha forma subconica culminante con il Filo dell’Arpa o Timpone della Montagnola (m 662). Il pendio occidentale dell’isola è ripido e disabitato; quello orientale è costituito da ripiani e disseminato di case tra le quali si leva, in pittoresca posizione, la Chiesa di S. Bartolomeo. Caratteristici il Serro della Farcona, cinto da alti precipizi e il Timpone delle Femmine, ubicato anche in località impervia; ivi si rifugiano le donne durante le scorrerie saracene. Circumnigando l’isola, si procede in un continuo variare di bei panorami; si ammirano pendici terrazzate coperte da cespugli e da fichi d’india, alte coste con stratificazioni di rocce nere e di conglomerato rossastro; anguste forre, valloni confluenti e un susseguirsi di alti, solenni precipizi che conferiscono al paesaggio un’impronta di maestosità inobliabile. Un abitato delle fasi iniziali della cultura di Capo Graziano (XVII – XVI sec. a.C.) doveva estendersi vicino al Porto, in contrada Pantalucci fino al torrione della contrada Fucile. Frammenti ceramici di età romana si trovano sparsi sulla costa orientale dell’isola.

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